Old Mount Running

Il bello di correre è anche perdersi. Meno bello se il sentiero lo avevi già percorso e contavi di averlo stampato nella mente come una traccia GPS. Ancora meno bello se la socia S. si storpia la caviglia nel bel mezzo del pantano e dici: oh shit, mò me tocca portarla a braccia. Ma alla fine tutto si sistema sempre in qualche modo, la socia recupera rapidamente il passo, il sentiero torna improvvisamente familiare; e quando il fango si mangia le tue scarpe e finisci con le calze che da bianche diventano nere, allora l'obbiettivo della giornata è raggiunto. Correre e perdersi e alla fine ritrovarsi, senza mai tornare indietro sui propri passi ma casomai cercando nuove strade che ti riconducano alla meta, ovvero il punto da dove sei partito. Tanta fatica per ritornare dove eri già ma accorgerti che comunque sei diverso, che la Polo che ti aspetta fedele in parcheggio non ha la stessa faccia di prima, ma sembra sorriderti e dirti: bravo, sono orgoglioso di te, ora ti porto ovunque vuoi - basta che ti cambi le scarpe.
Insomma esperienza positiva, da ripetere - soprattutto quando il caldo lascia un pò di frescura solo in mezzo al fango nascosto dagli alberi. A presto, cara vecchia Montevecchia.