Da Bosisio, con furore

In effetti, se una corsa si chiama "camminata" forse un motivo c'è.

E in effetti, se ti trovi in coda sulla Valassina alle 8 e mezza di mattina devi cominciare a sospettare qualcosa. Se poi aggiungi le strade bloccate, pattugliate da vigili, protezione civile, e svariati omini dotati di palette, non puoi stupirti se alla partenza, a cui si giunge molto molto affannosamente e con un buon ritardo (ma i biglietti non sono ancora finiti!) ti trovi davanti una fiumana multiforme di gente, roba da far impallidire la Stramilano.

Ma i nostri eroi non si perdono d'animo! E l'infaticabile, incrollabile M.M. passa a gomiti alti, aprendoci un varco, superando passeggini, calpestando vecchiette, sgominando bambini, tra gruppi di scout canterini, biciclette e tricicli, finchè, dopo i 2 più faticosi Km a zig zag della storia delle corse domenicali, si vede uno spiraglio di luce e può cominciare la corsa. Guardando i lati positivi: per la prima volta corro superando tutti (che in realtà camminano) sentendomi quasi atletica.

Percorso piacevole, sotto un fin troppo caldo sole primaverile, con vista sulle montagne lecchesi e a tratti in riva al lago; da segnalare la presenza del neofita S.M., alla sua prima prova agonistica, portata brillantemente a termine senza lamentare fatiche o malanni di sorta.

E all'arrivo ci attende un clima da sagra paesana, con tanto di palchetto, stand, gonfiabili, e processione di zufolatori in braghe corte e ragazze in stile Lucia manzoniana.

Come al solito, si spera che l'iniqua sorte si stufi di accanirsi contro tendini e legamenti, e si guarda speranzosi al futuro.