"da quando ho imparato a camminare, mi piace correre"
(F. Nietzsche)


"L'impossibile è l'alibi della nostra resa" (Simone Moro)

"La cima è là dove uno la mette" (Antonio Boscacci)

"Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme" (Emil Zatopek)

lunedì 22 marzo 2010

Cento chilometri dal finestrino

Tornare a casa dal lavoro una domenica pomeriggio, in un uggioso giorno di inizio primavera. Transitare sulla Monza-Carate e osservare tanti anonimi podisti che corrono verso il loro traguardo e sentirti così estraneo a quel mondo che pure sta vivendo lì, a bordo strada, uno dei momenti più epici della stagione - perlomeno dalle nostre parti. Ieri come l'anno scorso: stessa storia, stesso posto, stessa corsa.
Ah, ecco quella sensazione di deja vù che c'avevo...

E insieme a loro c'era chi correva la Stramilano, chi la Maratona di Roma - vista in TV al lavoro - e chi semplicemente scampagnava come ogni domenica mattina che si rispetti.

Ma appena arrivo a casa in questa uggiosa domenica pomeriggio di inizio primavera, mentre gli altri scrivono la Storia, io mi infilo le nuove Asics Gel e scendo in strada, pronto per ricominciare la mia piccola storia personale. Mezzora di piccolo trotto che però, sommata alle buone sensazioni provate in pista giovedì pomeriggio - qualche ripetuta a caso e nulla più - mi fa ben sperare per il futuro. La colonna degli impegni è in evidenza qui sulla sinistra, e io sono un uomo d'onore e la rispetterò. Forse.

2 commenti:

KayakRunner ha detto...

Togli il "forse" e mettici "sicuramente"!

beetlejuice ha detto...

sperèm... intanto per non saper nè leggere nè scrivere, a como mi sono già iscritto. così non troverò scuse!