Sabato mattina di libertà, in programma c'è Montevecchia ma un indurimento della gamba destra mi convince - visti i precedenti - a rimandare la corsa in nome di una più sana biciclettata.
O così sembra.
Decido di lanciarmi in mezzo ai campi tra Velate e Casatenovo per esplorare sentieri nuovi; peccato che le gomme da strada della mia fedele Eolos non vadano molto d'accordo con sassi e sterrati, soprattutto in discesa. Finisco presto per terra a volo d'angelo con ginocchio e braccio destro sbregati (o più correttamente, sgarbellati). E pensare che non sono andato a correre per non affaticare la gamba destra!
Nessuna trattoria al Curvone per me, solo pannocchie di granoturco, acerbe. Se fossero qui i Fichi d'India, in questo ambiente arboreo, mi chiamerebbero l'acero-contuso. Ma l'unica compagnia che ho - destino sordido e beffardo - è un podista che giunge alle mie spalle, mi osserva e, vedendomi vivo e respirante, saluta e se ne va.
La bici è sana, e la maglia - la maglia verde ufficiale Giro d'Italia 2009, la prima volta che la indosso, oddio! - sì, anche la maglia è tutta intera. Sciacquo le ferite e riprendo il mio giro individuando così un bel percorso ad anello, da tenere presente per un duathlon. Così potrò parcheggiare la bici sul più sicuro asfalto.
Speriamo che il colpo non abbia conseguenze sul mio fragile ginocchio. Per ora niente di che, ma come insegna il Liga non è nè il male nè la botta, ma purtroppo il livido.
Cantiamoci su...
O così sembra.
Decido di lanciarmi in mezzo ai campi tra Velate e Casatenovo per esplorare sentieri nuovi; peccato che le gomme da strada della mia fedele Eolos non vadano molto d'accordo con sassi e sterrati, soprattutto in discesa. Finisco presto per terra a volo d'angelo con ginocchio e braccio destro sbregati (o più correttamente, sgarbellati). E pensare che non sono andato a correre per non affaticare la gamba destra!
Nessuna trattoria al Curvone per me, solo pannocchie di granoturco, acerbe. Se fossero qui i Fichi d'India, in questo ambiente arboreo, mi chiamerebbero l'acero-contuso. Ma l'unica compagnia che ho - destino sordido e beffardo - è un podista che giunge alle mie spalle, mi osserva e, vedendomi vivo e respirante, saluta e se ne va.
La bici è sana, e la maglia - la maglia verde ufficiale Giro d'Italia 2009, la prima volta che la indosso, oddio! - sì, anche la maglia è tutta intera. Sciacquo le ferite e riprendo il mio giro individuando così un bel percorso ad anello, da tenere presente per un duathlon. Così potrò parcheggiare la bici sul più sicuro asfalto.
Speriamo che il colpo non abbia conseguenze sul mio fragile ginocchio. Per ora niente di che, ma come insegna il Liga non è nè il male nè la botta, ma purtroppo il livido.
Cantiamoci su...
3 commenti:
AHIA CHE MALE, IO ANNI FA SON CADUTO DAUN DISCESONE A MONTEVECCHIA , HO ANCORA IL RICORDO .
P.S.MA TU FAI PARTE DEL G.S. COMPA?
...spero di non trascinarmi il ricordo cosi a lungo!
sì, sono iscritto al forum ma lo frequento poco. carino il tuo blog, non lo conoscevo, ora ti linko.
vedo che fai corse comuni alle mie, magari senza saperlo ci siamo incontrati :-)
SI FACCIO SPESSO TAPASCIATE IN BRIANZA ........... CIAO BUONE CORSE
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