"da quando ho imparato a camminare, mi piace correre"
(F. Nietzsche)


"L'impossibile è l'alibi della nostra resa" (Simone Moro)

"La cima è là dove uno la mette" (Antonio Boscacci)

"Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme" (Emil Zatopek)

domenica 17 febbraio 2013

Io campestro, tu campestri, egli campestra

Prosegue a rotta di collo il programma del cross che oggi ha proposto la sua tappa più scadente, ma del resto correre una campestre a Cinisello è come celebrare una messa a Teheran, percui tutti gli atleti potevano dirsi avvisati. Più che il dislivello - prevedibilmente nullo - quello che fa specie è il percorso che sembrava disegnato da Giotto, tanto il cerchio era perfetto, se non fosse per l'aggiunta di un rettilineo finale con una (una!) curva a gomito.
A indurire la prova ci ha pensato il ghiaccio che ha reso il tutto più scivoloso, soprattutto per i poveretti come me che anzichè le chiodate mettono le scarpette da trail, perchè le scarpe mica le vendono gratis, ma tanto mica son venuto a far classifica, e un pò di fatica in più tempra il fisico.
Domenica prossima si corre a Lissone - e lì son curioso di vedere cosa si inventeranno, forse metteranno le zolle sintetiche.
Il campionato si avvia verso le tappe conclusive: meno male, perchè mi son rotto di scrivere di campestri, che per di più trattasi di gare che non mi si addicono. Ma troverò mai una gara che mi si addice?

Nota di colore. Al termine della gara femminile, il nostro sguardo è attratto da una coppia di atlete impegnate a pulirsi i polpacci dal fango spalmandosi la neve fresca. Pensiamo "quelle lì arriveranno dalle Valli". Si girano e sul borsone leggiamo "Atletica Valli Bergamasche". Anche l'aria delle Orobie tempra il fisico.

Nella foto: alcune fasi della gara. In basso a destra si intravedono i giudici Fidal, alle prese col problema dei doppiaggi.

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