Troppo tempo senza Fiasp e mi ero scordato cosa significa correre queste manifestazioni ludico-motorie, come recita il volantino. Oggi a Villa Raverio ho ritrovato vecchie sensazioni: la palta che gronda dalle scarpe mentre cerchi di superare strani podisti vestiti da Arlecchino, ma non ci riesci perchè la strada è sbarrata da soggetti in là con gli anni che azzardano un improbabile passo di marcia alla Alex Schwazer, allora desisti dal sorpasso che tanto è ora del rifornimento - stamattina a base di limone zucchero e vin brulè. Sette km fatti e 12 ancora da fare: se guardassi le tabelle di allenamento l'ultima cosa da fare sarebbe bere il vin brulè. Ma in queste circostanze sarebbe ingrato lasciarlo lì, fatto con tanto amore da quel vecchio col cappello da ottavo nano che con lo stesso amore lo propinava a noi atleti, forse memore di quando (otto lustri e due fratture di femore fa) percorreva di corsa le stesse strade in attesa che qualcun altro - vecchio prima di lui - gli allungasse il bicchiere di vin brulè.
E per le vie del borgo tra il ribollir dei tini va l'aspro odor dei vini l'animo a rallegrar.
Baciato da questo clima di bontà dicembrina, corro fino al traguardo in tranquillità ascoltando i rintocchi delle campane e osservando la variegata umanità che attraversa il popolo delle domeniche mattina.
Per la cronaca:
Sul percorso è stata vista anche SL, alla sua prima apparizione da Dottoressa. Le sue dichiarazioni a fine gara: "Sensazioni molto positive, avrei potuto osare di più e fare il percorso lungo, ma la mia attuale condizione atletica da comodino suggeriva cautela. Unica nota stonata i moscerini ingoiati in corsa e risputati mezzora dopo in un bolo gelatinoso".
Sarà colpa del vin brulè?
1 commento:
Porta rispetto per i 70enni che corrono più di me (impresa non ardua) e si sfasciano meno di te (anche questa è cosa facile)!Condivido la nostalgia per le FIASP, anche se le mie scarpe infangate giacciono ancora sul balcone in attesa di essere lavate...
Posta un commento