"da quando ho imparato a camminare, mi piace correre"
(F. Nietzsche)


"L'impossibile è l'alibi della nostra resa" (Simone Moro)

"La cima è là dove uno la mette" (Antonio Boscacci)

"Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme" (Emil Zatopek)

mercoledì 15 febbraio 2012

A proposito di Olimpiadi (ameni racconti nell'attesa del ritorno alle gare)

Ringraziando Dio che le gloriose gesta di audaci atleti staranno lontane dalla nostra Patria ancora per un pò - per il bene della Patria e anche delle gloriose gesta - riporto un bell'articolo tratto da atleticanet.it: quando correre alle Olimpiadi era un'altra cosa.

"L’unico italiano presente era Carlo Airoldi (1869-1929), protagonista di una storia singolare visto che raggiunse la capitale ellenica a piedi, dopo un lungo viaggio durato ventisette giorni: il suo obiettivo era la partecipazione alla maratona ma l’iscrizione gli fu negata perchè era venuto alla luce il premio in denaro ricevuto grazie ad una gara su strada (Milano-Barcellona), corsa qualche mese prima. Accusato di professionismo non venne accettato ai Giochi, che facevano del dilettantismo puro la propria bandiera. Vibranti furono le proteste dell’Italia per appoggiare la causa del povero Airoldi che aveva fatto incredibili sacrifici per potere partecipare ma il comitato olimpico fu irremovibile nel decretarne l’esclusione. Amareggiato lancerà una sfida al vincitore olimpico che non verrà mai raccolta. Questa l’incredibile vicenda del primo atleta italiano, partecipante alle gare di atletica nell’ edizione inaugurale dei Giochi Olimpici dell’era moderna."

da La Bicicletta, anno III – n. 17 (229), mercoledì 27 febbraio 1896:
"Giorni sono ricevetti la visita d'un giovanotto piccolo e così tarchiato, da parere tozzo.
- Chi è lei? - gli chiesi
- Sono Carlo Airoldi, il vincitore della gran corsa pedestre di 1500 chilometri, Torino - Barcellona
Guardai il giovanottello con maraviglia, giacché esso non mi pareva proprio il tipo da corridore, come lo raffigurarono gli antichi. Le gambe erano più corte del normale.
- E cosa desidera? - gli chiesi
- Ecco, io vorrei recarmi ai giuochi Olimpici d'Atene, ove si correrà una grande gara pedestre....
- L'idea è ottima....
- Ma io - continuò l'Airoldi riscaldandosi - intendo recarmi ad Atene a piedi, passando per l'Austria, la Turchia e la Grecia.
- L'idea è audace – obbiettai
- Sono circa 2000 chilometri, ch'io intendo coprire in un mese, sfidando qualunque corridore e qualunque cavallo. Sono anzi sicuro di batterli almeno di ventiquattrore.
- Ma conosce la strada e le lingue?
- Io no. So appena parlare il milanese.
Guardai in faccia il mio interlocutore e compresi quale era la forza del moderno corridore pedestre: una forza di volontà ed una temerarietà senza limiti.
- E la Bicicletta - gli chiesi - in cosa potrebbe tornarvi utile?
- Essa dovrebbe aiutarmi a compiere il percorso, sussidiandomi per le spese più necessarie. Io le manderò delle notizie sulle avventure che mi toccheranno durante il viaggio.
- Accettato - risposi io
In breve la cosa venne combinata.
- Quando conterebbe di partire? - gli chiesi
- Anche domani: io sono sempre pronto."


Cento anni dopo...
Sempre di Olimpiade e sempre di atleti greci si parla, ma questi andavano anche in moto (a detta loro)
I tempi cambiano!

1 commento:

Anonimo ha detto...

http://www.centokmseregno.com/